Il pittore cilentano Paolo De Matteis (Piano Vetrale, 1662-Napoli, 1728), prestigioso esponente dell'arte italiana tra Seicento e Settecento, le cui opere vennero richieste da papi e da re, seppe inserirsi tra la pittura di Luca Giordano e Francesco Solimena con una forte personalità. «Dafne (che in greco significa “alloro”) è una ninfa figlia di Gea (la Terra) e di Ladone (dio dell'omonimo fiume in Arcadia) o, secondo un'altra versione del mito, di Peneo (dio di un fiume della Tessaglia, figlio di Oceano e di Teti). Apollo, trafitto nel petto da una freccia d'oro scoccata da Eros (Cupido), inseguì Dafne, voglioso di farla propria che, trafitta da un'altra freccia, ma di piombo, lo respinse (con le frecce d'oro Eros imprimeva l'amore, con quelle di piombo la repulsione). Dafne riuscì a sottrarsi all'inseguimento invocando l'aiuto del padre che la trasformò in alloro, pianta cara ad Apollo, divenuta simbolo dell'ispirazione poetica e della gloria. […] Paolo De Matteis coglie il dio nel momento nel quale, sempre più attratto dalla ninfa via via che aumentava la velocità della corsa, accelera il ritmo pur di raggiungerla e soddisfare la sua invincibile bramosia. L'inseguitore e la preda appaiono trafelati, il primo per l'ansia di raggiungerla, la seconda per il timore di essere posseduta contro la sua volontà. […] Il dipinto di Paolo De Matteis risale al penultimo decennio del XVII secolo, quando sta maturando la sua svolta classicista. Dafne, raffigurata mentre “fugit ocior aura” (“fugge più rapida del vento”), è colta nell'attimo di volgere il capo all'indietro per sincerarsi della distanza che la separa dal divino inseguitore, allo stesso modo della Dafne ritratta da Francesco Albani, appartenente all'Accademia dei Carracci ed esponente del classicismo bolognese, l'aspetto più intenso e significativo della cui produzione artistica, come nel caso del Maestro cilentano, è ravvisabile nei dipinti mitologici piuttosto che in quelli religiosi. Ma la Dafne di De Matteis, a differenza di quella di Albani porta, come nella scultura di Bernini, le braccia levate verso l'alto, tali da assumere l'ambivalente significato di implorazione di aiuto e, insieme, di preludio della metamorfosi nell'albero di alloro, quando la velocità dell'inseguimento si spegne risolvendosi nella statica arborizzazione del corpo della ninfa, raffigurando la quale Paolo De Matteis trasferisce sulla tela la plastica descrizione ovidiana del prodigio e il virtuosismo marmoreo di Bernini che ne fu geniale interprete» (F. Castiello, scheda opera, in a G. Citro-F. Castiello, De Matteis, il tesoro ritrovato, catalogo della mostra, Vallo della Lucania, Banca 2021, dicembre 2020, edizioni Fondazione Grande Lucania Onlus, Vallo della Lucania 2020, pp. 15-18).
Cesare Biasini Selvaggi
Info BCC
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BCC Magna Grecia
La BCC Magna Grecia nasce dalla fusione, il 1° ottobre 2023, della BCC Buccino e dei Comuni Cilentani e Banca 2021, due istituti di credito cooperativo dalla storia lunga e importante. Banca 2021 opera in tre regioni e quattro province del Mezzogiorno ed è il risultato della fusione nel tempo di 5 istituti di credito: Cassa Rurale ed Artigiana di Vallo della Lucania, Cassa Rurale di Omignano, BCC Lucania Sud, BCC di Sassano e BCC di Buonabitacolo. La BCC di Buccino e dei Comuni Cilentani è invece il risultato della fusione, nel 2000, delle BCC dell'Alento di Casal Velino Scalo, BCC di Castellabate, BCC di Copersito Cilento e la BCC “Civitella” di Moio della Civitella (la più antica è quella di Castellabate, la cui fondazione risale al 1915, allorché viene istituita la Cassa Agraria di Prestiti di S. Maria di Castellabate); segue nel marzo 2013 l'acquisizione della BCC di Altavilla Silentina e Calabritto e, nel 2018, la fusione della BCC dei Comuni Cilentani e la BCC di Buccino. Le assemblee straordinarie di Banca 2021 e BCC Buccino e dei Comuni Cilentani, tenutesi rispettivamente il 30 settembre e il 1° ottobre 2023, approvano il progetto aggregativo per la nascita di BCC Magna Grecia, che oggi presidia 168 comuni localizzati in 3 regioni (Campania, Basilicata e Calabria) e 5 province (Salerno, Avellino, Potenza, Matera, Cosenza), con una forte tradizione mutualistica a livello locale, di grande valenza sociale.