Jorio Vivarelli

Titolo opera
Titolo opera
Liberazione
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Immagine opera
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Scheda tecnica
Autore
Jorio Vivarelli
Titolo opera
Liberazione
Data di esecuzione
1969
Tecnica e supporto, misure (altezza x base cm)
bronzo, 100 x 47 x 21 cm
Spazio espositivo
BCC ALTA TOSCANA - filiale di VIA PROVINCIALE LUCCHESE, 125/B 51100 PISTOIA (PT)
Info
Per tutte le informazioni sulla visitabilità dell'opera:  www.bancaaltatoscana.it
Nota critica
Nota storico-critica

Jorio Vivarelli (Fognano di Montale, 1922-Pistoia, 2008) è uno dei protagonisti della scultura toscana nel secondo dopoguerra, ponendosi come punto di riferimento per diverse generazioni di artisti. Avvicinarsi e comprendere la sua ricerca artistica significa ripercorrere quelli che sono i momenti fondamentali della sua esistenza, che si riverberano inesorabilmente nell'opera. Questi momenti sono legati ai luoghi e al felice periodo dell'infanzia che segna il suo incontro con la pietra e il marmo, tra mazzuolo, subbia, sgorbia e scalpello, grazie all'amorevole complicità di suo padre, un abile scalpellino.

Il passo successivo sulla via della scultura lo compie nelle aule dell'Istituto d'Arte di Firenze. Poi tutto è drammaticamente interrotto dalle vicende belliche del secondo conflitto mondiale che travolgono l'Europa. Arriva anche per lui la chiamata alle armi. È il 10 dicembre del 1942. Arruolato tra le fila dell'830° battaglione di Fanteria, viene inviato nei Balcani, alle Bocche di Cattaro in Montenegro, poi in Albania. L'8 settembre 1943 cade prigioniero e viene destinato ai campi di concentramento di Trier, nella parte occidentale del Land tedesco della Renania. Viaggerà per mezza Europa in catene tra umiliazioni e strazi. Questa drammatica esperienza segna per sempre la vita e l'opera dello scultore: stilisticamente nella privazione di elementi superflui, interiormente nella conoscenza diretta del dolore e del male. Fuggito dalla sua prigionia, nel 1946 riesce a fare ritorno a piedi nella sua Pistoia. Durante gli anni successivi, Vivarelli restituisce sulla pietra, sul marmo, nel bronzo, quella forma umana che gli aguzzini della guerra avevano mortificato, torturato e in tanti casi cancellato. L'opera dell'artista tende pertanto verso una soggettività intrisa di tensione espressiva, in direzione di un lavoro che porta in superficie i problemi della sofferenza, della solitudine, della ricerca di una verità perduta e ritrovata. In Liberazione del 1969, nel mezzo del suo “Rubicone” sospeso tra figurazione e astrazione, Vivarelli si interroga sulla morte, ma ricerca anche una dimensione utopica e trascendente.

Cesare Biasini Selvaggi

Info BCC
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Banca Alta Toscana

L'origine di Banca Alta Toscana risale al 1904, quando la più antica Cassa Rurale della provincia di Pistoia, la Cassa Rurale di Prestiti di San Michele a Vignole, viene fondata con un patrimonio di 48 lire da don Dario Flori, insieme a un negoziante e a sei coloni del paese. Lo sviluppo in chiave moderna inizia nei primi anni Settanta del secolo scorso, quando nella piana pistoiese si insediano molte piccole aziende artigiane e commerciali agevolate da condizioni bancarie favorevoli. A partire dagli anni Ottanta, la Banca si estende progressivamente nei comuni di Agliana, Prato, Montemurlo, Empoli, Lamporecchio e Vinci, rafforzando l'insediamento storico nel comune di Quarrata e, dal 2012, a seguito della fusione con la Banca della Montagna Pistoiese-Maresca, nei comuni di Pistoia, San Marcello Pistoiese e Cutigliano con la denominazione di Banca di Credito Cooperativo di Vignole e della Montagna Pistoiese. Nel 2017, successivamente alla fusione per incorporazione con la Banca di Credito Cooperativo di Masiano, diventa Banca Alta Toscana. Nell'autunno del 2022, la Banca cresce ancora a seguito di un'operazione di scissione societaria realizzata con VivalBanca, che vede l'annessione dei cinque sportelli pistoiesi di questo istituto di credito. Tra le maggiori banche di credito cooperativo della Toscana, oggi svolge la propria attività nelle province di Pistoia, Prato, Firenze, Lucca, Modena e Bologna, perseguendo la crescita delle comunità di riferimento, con particolare attenzione alle famiglie e alle piccole e medie imprese.

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