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Per tutte le informazioni sulla visitabilità dell'opera: www.bccmozzanica.it
Nota critica
Nota storico-critica
Mario Toffetti (Mozzanica, 1948 - Fornovo, 2013) fin da piccolo ebbe la passione per la scultura. Il padre lo iscrive all'Accademia Carrara di Bergamo a 17 anni. La frequenta per quattro. Tuttavia, secondo quanto egli stesso affermava, è stata la bottega a dargli tutto. Il padre lo presenta, infatti, a un grande maestro, Alberto Veroni, che gli insegna i segreti dell'arte. Lontano dalle correnti astratte e simboliche tanto in voga nel XX secolo, soprattutto quelle più iconoclaste, resta saldamente legato alla tradizione figurativa. Eppure la grammatica della sua produzione è assolutamente moderna e personale, lontana dalla sensibilità formalistica della scultura di derivazione neo-classica. Anzi, possiamo benissimo parlare di uno stile tutto personale, di uno “stile toffettiano” originale e unico, punto di riferimento nel panorama dell'arte italiana. Uno stile fatto di vigore lombardo, essenzialità nel disegno, sicurezza di un tracciato nervoso e fortemente espressivo che rivela il sentimento religioso come passione e vitalità.
Le sue opere sono numerosissime, tutte di carattere sacro. Vanno dai presbiteri, alle porte bronzee, ai monumenti, alle statue, alle pitture, realizzate prevalentemente nei territori cremasco e bergamasco. Ma ha avuto commissioni importanti anche dalla Santa Sede, tra cui il suo capolavoro, la quinta porta bronzea della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, per cui è stato definito “lo scultore dei papi”.
A Mozzanica si trovano varie sculture di Mario Toffetti. Una, in particolare, presso la sede della locale Banca di Credito Cooperativo. È stata donata dalla famiglia dello scultore nel 2015, in quanto l'Istituto di Credito sorge proprio dove si trovava la casa in cui Toffetti è nato. Si tratta di un altorilievo scolpito sopra una lastra di Gialletto di Verona. Raffigura, in altorilievo su un fondo grezzo a volute, San Giuseppe con Gesù Bambino, posti nella parte destra del manufatto. Il Santo, in piedi, tiene il bimbo Gesù sul braccio sinistro, mentre quello destro è teso in avanti. Ha una capigliatura folta e un volto giovanile. Indossa un abito corto fino alle ginocchia; alle spalle un manto che si sviluppa in molte pieghe, secondo lo stile di Toffetti. Il Bambino Gesù ha anch'esso una folta capigliatura ed è vestito con un grembiulino; il volto è sorridente. I due non si guardano, San Giuseppe è rivolto in avanti, Gesù verso il fedele. Dai due si sprigiona un profondo senso di vicinanza spirituale.
Cesare Biasini Selvaggi
Info BCC
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BCC Mozzanica
Dopo la prima guerra mondiale, gli italiani si ritrovano a fare i conti con la miseria e la fame, e la situazione di Mozzanica non è diversa da quella di tanti altri paesi della bassa bergamasca. È così che il parroco del tempo, don Luigi Savi (1876-1924), e il suo vicario, don Gaspare Paltenghi (1884-1959), comprendono che bisogna agire in fretta per contrastare il fenomeno dell'usura, arginare l'emigrazione e trovare finanziamenti a basso tasso d'interesse e locazioni agevolate per le famiglie in difficoltà. Il 1° agosto 1920, nella sacrestia della chiesa parrocchiale di Mozzanica, il parroco, 10 contadini, 2 mugnai e 1 calzolaio danno così vita alla Cassa Rurale di Mozzanica. Da quel momento fino ad oggi, attraverso più di cento anni di storia densi di eventi, l'allora Cassa Rurale è diventata una moderna ed efficiente Banca di Credito Cooperativo, al fianco delle comunità e radicata nel territorio. Significative, nel percorso di crescita, l'apertura della filiale a Fara Olivana nel 1991 e quella della nuova sede di Mozzanica nel 1992.