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Nota critica
Nota storico-critica
Cesare Berlingeri (Cittanova, 1948) è uno scultore di oggetti che tra colle e schiume poliviniliche rivendicano costantemente la loro tridimensionalità. È un performer nella sua pratica compositiva scandita per azioni programmate. È un germinatore di rabdomantiche installazioni. Ma, soprattutto, è un pittore. I suoi piedi sono immersi, da oltre cinquant'anni, nei pigmenti allo stato puro, in colori in apparenza uniformi, in realtà dalle molteplici sfumature che si mescolano l'una nell'altra. Perché il colore non è mai concepito come un elemento aggiuntivo, ma costitutivo che tende sempre all'improbabile, al mutevole, una cinica metafora dell'esistenza. La sua mano è allenata tra emersioni e sprofondamenti nella tela, la sua memoria passeggia nella storia di piega in s-piega, il suo sguardo non ha nostalgie ed è splendidamente immerso nel mistero della complessità cosmica. Per Berlingeri la pittura è concepita come un'arte irrazionale per sottrazione, con predominio di fantasia e immaginazione, cioè della poesia.
Il suo astrattismo irrituale che imbibisce le superfici delle tele, o delle carte come nel caso di Senza titolo del 1994, non ha pertanto nulla da spartire con la razionalità delle forme, quanto con le geometrie del sentimento. Questo “astrattismo a modo suo” è tutto ricompreso nella dialettica tra geometrie e morfologie allusive a oggetti e immagini, nelle rarefazioni di una memoria profonda di filigrana metafisico-surrealista. L'artista interviene concentrando la materia in pieghe, moltiplicandola in fagotti di s-pieghe aggettanti con l'intenzione di andare oltre la superficie, lo stesso limite invalicabile attraversato da Lucio Fontana. La superficie, però, rimane il campo privilegiato d'azione dei suoi gesti che lasciano il segno e, contestualmente, esprimono il concetto stesso di spazio, di qua dove siamo noi, lì dentro la tela infagottata dove diviene insondabile e, per questo, infinito.
Così la sua pittura-oggetto da occupazione dello spazio si fa luogo, origine di spazio, in grado di far coincidere simultaneamente l'oggettività della struttura con la soggettività della sua percezione. Lo scopo finale non appare solo quello di interagire con la percezione ottica, ma forse anche con quella cognitiva del proprio subcosciente, “una via alla consapevolezza”, il modo di Berlingeri di istituire una nuova relazione con il sé e con l'universo.
Cesare Biagini Selvaggi
Info BCC
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BCC Mediocrati
BCC Mediocrati nasce nel 1999 dalla fusione delle BCC di Bisignano, di Rota Greca e di Luzzi, ma le radici della Banca affondano saldamente all'inizio del XX secolo. Su impulso dell'enciclica “Rerum Novarum” di papa Leone XIII (1891), infatti, alcuni preti affiancano con passione operai e braccianti agricoli per sostenerli nell'accesso al credito e, in Calabria, è particolarmente attivo don Carlo De Cardona, segretario dell'arcivescovo di Cosenza. Grazie all'aiuto di don Carlo De Cardona, il 24 giugno 1906, 16 “audaci operai” guidati dal falegname Vincenzo Giuliani fondano la Cassa Rurale di Bisignano. Pochi anni dopo, il 23 giugno 1919, don Francesco Ricci riunisce un gruppo di 18 operai per costituire la Cassa Rurale di Rota Greca. Infine, il 6 gennaio 1957, Cesare Dima e 55 soci costituiscono la Cassa Rurale e Artigiana di Luzzi. Oggi, in forza di un lungo e consolidato cammino di crescita, la BCC Mediocrati si estende su un territorio di 100 comuni, offrendo il suo sostegno economico, sociale e valoriale alle numerose comunità di riferimento.