Cola dell’Amatrice, detto il Filotesio

Titolo opera
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Cola dell'Amatrice, detto il Filotesio (Nicola di Pier Gentile da Filetta di Amatrice)
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Scheda tecnica
Autore
Cola dell'Amatrice, detto il Filotesio (Nicola di Pier Gentile da Filetta di Amatrice)
Titolo opera
Cola dell'Amatrice, detto il Filotesio (Nicola di Pier Gentile da Filetta di Amatrice)
Data di esecuzione
1515-17 ca.
Tecnica e supporto, misure (altezza x base cm)
Tempera su tavola, 148 x 61 cm ciascuno
Spazio espositivo
BCC Roma - Sede - filiale di VIA SARDEGNA 129 00187 ROMA (RM)
Info
Per tutte le informazioni sulla visitabilità dell'opera: www.bccroma.it
Nota critica
Nota storico-critica

Cola dell'Amatrice detto il Filotesio (Amatrice, 1480 ca.-Ascoli Piceno, 1547 ca.) è stato un maestro dell'arte italiana della prima metà del Cinquecento. «Cola si e` formato tra Umbria, Lazio e Marche e ha visto le opere di Pietro Perugino, del giovane Raffaello, di Luca Signorelli, di Antoniazzo Romano, del Sodoma. E` peraltro l'unico pittore di questa parte dell'Italia centrale di cui Giorgio Vasari, che era molto selettivo nelle sue scelte, parla nelle sue celebri Vite. È un artista che ha contribuito notevolmente a svecchiare la tradizione pittorica dell'Italia centrale, ancora legata a un modello tardo-gotico. Era infatti andato da giovane a Roma e aveva potuto vedere le opere di Raffaello, in particolare gli affreschi della Stanza della Segnatura. Cola riprodusse a penna gli affreschi di Raffaello appena ultimati. Va ricordato che fu importante anche nel campo dell'architettura: la chiesa di San Bernardino all'Aquila e la facciata del duomo di Ascoli, ad esempio, furono progettati da lui. Dopo il terremoto del 2016 il valore di Cola, da un punto di vista anche emotivo, e` cresciuto molto, anche perché diede un contributo importante nella sistemazione urbanistica cinquecentesca di Amatrice». (Stefano Papetti)

«L'attribuzione a Cola dell'Amatrice dei pannelli con i Santi Maria Maddalena e Giovanni evangelista e i Santi Pietro e Paolo si deve all'intuizione di Giuliano Briganti in occasione dell'asta Semenzato del 1989, quando le opere emersero per la prima volta all'attenzione degli studi (Cannatà 1991, p. 89 n. 16). Acquistati dalla Cassa Rurale e Artigiana di Amatrice su istanza del Circolo Culturale Nicola Filotesio, e un tempo conservati nel Museo Civico di Amatrice, i dipinti confluiti nella collezione della Banca di Credito Cooperativo di Roma (1999), sono oggi esposti in una delle sale di rappresentanza dell'istituto di credito.

Non si hanno notizie sulla loro provenienza prima del lancio sul mercato antiquariale, né a essi sono stati agganciati altri frammenti che permettano di ricostruire quello che doveva essere un insieme più ampio, poi smembrato. Secondo Roberto Cannatà (1991, pp. 77, 89), lo scomparto con i santi Pietro e Paolo potrebbe testimoniare quello che resta della pala centrale di un ipotetico polittico, completato poi in una delle parti laterali dal pannello con i santi Maria Maddalena e Giovanni evangelista.

L'opera si data tra il 1515 e il 1517 per le cogenti affinità stilistiche con le porzioni superstiti del polittico di Force – in specie con l'Assunzione dei Musei Vaticani (cat. 33) – e con il Transito e assunzione della Vergine per San Domenico in Ascoli, attualmente conservato nei Musei Capitolini, fatiche licenziate da Cola all'indomani del suo soggiorno romano (1512-1513), appena reduce dell'impatto con Raffaello e, in particolare, con i primi affreschi dell'appartamento di Giulio II. […]». (C. Conti, scheda delle opere, in S. Papetti-L. Pezzuto, Cola dell'Amatrice da Pinturicchio a Raffaello, catalogo della mostra, Ascoli Piceno, Pinacoteca civica e Sala Cola dell'Amatrice, 17 marzo-15 luglio 2018, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2018, pp. 168-169).

Cesare Biasini Selvaggi

Info BCC
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