Collocata nel cuore del centro storico di Alba, Casa Parrussa o Paruzza, questo il nome dell'antico palazzo signorile acquistato da Banca d'Alba per farne la propria sede centrale, ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli. Di certa origine medioevale (riconducibile al periodo del tardo Medioevo subalpino del XIII e XIV secolo), la facciata principale fu completamente rifatta nell'Ottocento, in concomitanza agli interventi all'interno per adeguarne la nuova destinazione d'uso attribuita all'edificio, che da dimora signorile fu convertito in unità immobiliari da affittare. Dal catasto napoleonico ne risultava proprietaria la signora Cristina Petassi nata Paruzza; procedendo a ritroso nel tempo, si arriva al proprietario denunciato dal catasto antico nella prima metà del secolo XVII, il conte Argentera.
L'edificio di Casa Paruzza probabilmente era limitrofo all'antico foro romano e faceva parte della zona pubblica della città di Alba Pompeia: all'interno dell'interrato, infatti, sono stati rinvenuti resti di un già supposto incrocio fognario di epoca romana e delle sovrastanti strade sempre di epoca romana, che sembrano corrispondere ai tracciati del cardo e del decumano massimo. Al fine della loro valorizzazione, in accordo con la competente Soprintendenza, i resti sono stati sistemati e “messi in vista” all'interno di un ampio spazio voltato della zona cantinata.
L'edificio, che riassume in sé l'evoluzione architettonica, storica ed economica della città di Alba, è composto sostanzialmente da tre corpi di fabbrica (di altezze differenti) articolati intorno a un cortile chiuso. Il complesso presenta spazi di indiscusso valore architettonico, come la facciata in stile eclettico ottocentesco, l'androne e lo scalone sempre del XIX secolo, gli interni nel tipico barocco ornato settecentesco, la torre medioevale con l'originale paramento in laterizio “inglobata” nella manica prospiciente via Cavour. L'altezza attuale della torre è di circa 21 metri. Acquistato nel 2005 per la nuova casa della Cooperazione di Credito dell'Albese, confermando l'indissolubile radicamento della banca nella città di Alba, di cui porta il nome, il progetto di ristrutturazione del palazzo è stato affidato agli architetti Luca e Marina Deabate con la collaborazione dello Studio A&A per le opere strutturali e dell'impresa Franco Barberis per la direzione del cantiere. Il progetto si è svolto secondo una duplice logica di intervento: un restauro con una rivalorizzazione dei fabbricati “aulici” e una rilettura in chiave contemporanea dei volumi aggregati di scarso valore architettonico. Introducendo ai visitatori il gioco di rimandi fra i secoli che li attende all'interno, l'androne di ingresso presenta un suggestivo allestimento delle opere dell'artista Marco Gastini (Torino, 1938-ivi, 2018).
Cesare Biasini Selvaggi
Info BCC
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Banca d'Alba
Banca d'Alba nasce nell'ottobre del 1998 dalla fusione di tre Casse Rurali fondate alla fine dell'Ottocento: la Cassa Rurale di Diano d'Alba (1895), quella di Gallo di Grinzane Cavour (1900) e quella di Vezza d'Alba (1899). Le tre Casse Rurali, avendo a cuore lo stesso territorio, stipulano accordi per il reciproco impegno verso l'espansione territoriale, interpretata come lo sviluppo di un gruppo bancario unico e non come singoli istituti. Questo percorso porta alla nascita di Banca d'Alba, oggi al primo posto in Italia per la numerosità della compagine sociale. La Banca ha solide radici nei territori d'origine, rinsaldate nel tempo nelle 8 provincie della sua zona di competenza, al servizio delle famiglie, delle imprese e delle comunità locali.