Quello di Ermenegildo Agazzi (Mapello, 1866-Bergamo, 1945) è stato un precoce talento. Iscrittosi nel 1885 all'Accademia Carrara di Bergamo, diretta allora da Cesare Tallone, tre anni dopo già si fa notare con dipinti di innegabile eccellenza, quali Il Fortino di Bergamo e La Rocca di Bergamo, che anticipano i suoi tipici “racconti” fatti di materia e di colore. Nel 1892 si trasferisce a Milano che attraversa la complessa quanto esaltante stagione tra impressionismo e divisionismo. Nel capoluogo lombardo, artisti come Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Carlo Fornara, Enrico Cavalli, Giovanni Sottocornola, Emilio Longoni, Giovanni Battista Ciolina e Giuseppe Pellizza da Volpedo testimoniano un momento in cui l'idea di natura e, quindi, di luce si sta affermando in un'arte nuova, di rottura con il passato, distinguendosi dalle coeve esperienze europee per una maggiore attenzione ai contenuti e alla resa del vero, che accoglie al suo interno sia le istanze simboliste sia quelle socio-politiche.
Immerso in questo panorama di fine secolo, anche se poco interessato alla nuova corrente artistica, Agazzi limita le sue relazioni a pochi colleghi che, come Filippo Carcano, si riunivano talvolta al ristorante Biffi.
Attratto, tuttavia, da una nuova resa del colore e della forma, anche lui sostituisce al finito accademico, basato sul disegno delle configurazioni, una materia più fluida, in cui la struttura è colore tutto d'atmosfera per suggerire, e non descrivere, il reale. È il caso di Pascolo in alta valle del 1935: l'opera esprime la particolare sensibilità dell'artista nel fissare sulla tela, attraverso tocchi di colore, la vita agreste che diventa così bucolica, tradotta in una visione reale di luce, dove il gregge affiora dallo spazio del paesaggio.
Nel 1942 Agazzi fa ritorno a Bergamo a causa dei bombardamenti aerei su Milano. Tre anni dopo, il 16 ottobre 1945, sarà trovato morto, assassinato a scopo di rapina nel suo studio in via Giuseppe Verdi, in pieno centro.
Cesare Biasini Selvaggi
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La BCC Oglio e Serio nasce dalla significativa evoluzione delle casse rurali del territorio. Il primo passo si compie nel 1993, con la fusione tra la Cassa Rurale ed Artigiana di Calcio (fondata nel 1903) e la Cassa Rurale ed Artigiana di Covo (fondata nel 1957). Viene alla luce, così, la Banca Cooperativa di Calcio e Covo che, nel 2015, si fonde con la BCC di Ghisalba (già Cassa Rurale ed Artigiana di Ghisalba, 1962), dando vita alla Banca di Credito Cooperativo dell'Oglio e del Serio.