Il Catalogo di BCC Arte&Cultura
«Ho concepito la curatela di BCC Arte&Cultura come un viaggio sia nei beni culturali, tra lavori e capolavori, sia in particolare in quelli che ho definito beni culturali viventi d’Italia, tra uomini e donne, artisti e grandi artigiani, noti e meno noti, di cultura umanistica, scientifica o politecnica, dal passato al presente, dal nord al sud.
Le strade che percorreremo in questo itinerario lungo lo stivale e le sue isole sono acciottolate di radici e comunioni, di identità e differenze, di maestria e antichi mestieri, di derive e approdi, di spirito d’intraprendenza e innovazione, di conflittualità e legami di solidarietà e cooperazione, di forza fisica e spirituale, di aromi locali per dirla alla maniera di Italo Calvino, in una parola di campanili. È all’ombra di questi campanili che “gli italiani sono abituati, fin dal Medioevo, a produrre cose belle che piacciono al mondo”, come ha ricordato il grande storico dell’economia Carlo M. Cipolla».
Cesare Biasini Selvaggi
L’Editore: ECRA
Nata nel 1969, Ecra – Edizioni del Credito Cooperativo è l’unica casa editrice italiana specializzata in cooperazione di credito.
In coerenza con il 5° principio della Dichiarazione di Identità Cooperativa - firmata dai Probi Pionieri di Rochdale nel 1844 e ripresa, oggi, dall'Alleanza Cooperativa Internazionale –
Ecra realizza una gamma completa di prodotti editoriali:
- libri, riviste e altre pubblicazioni;
- video storytelling e animazioni;
- webinar e formazione a distanza.
Il Catalogo ECRA, consultabile sul sito www.ecra.it, distribuito in libreria e tramite le più diffuse piattaforme di e-commerce, si compone di 22 collane per oltre 400 titoli su argomenti tecnici, storici e sociali inerenti al Credito Cooperativo.
Nota del Curatore
Cesare Biasini Selvaggi - Giornalista e curatore d’arte
Il senso della Bellezza, dell’Arte è quello di fornire occhi nuovi per vedere – direbbe Marcel Proust –, di mobilitare le conoscenze e abilità personali per risolvere problemi, al servizio di ciò che ha valore di bene comune. Questa creatività “civile” ci dice che il futuro è nostro, ci spetta biologicamente di diritto, ma bisogna agire. E l’azione si esprime nella cura, che vuol dire saper fare con la propria maestria, attraverso un approccio sentimentale, con la “fame del cuore”, perché l’oggetto della propria azione metta al centro i valori delle comunità di riferimento, l’empowerment delle persone, gli strumenti per comprendere la complessità, governarla e orientarne la direzione verso la crescita, a patto che sia felice.
È lo stesso senso della rilettura dell’economia civile di Antonio Genovesi che dà Stefano Zamagni, economista, già presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, oppure Antonio Calabrò, giornalista ed esperto di cultura d’impresa, ricomprendendo la grande lezione keynesiana. Queste interpretazioni autentiche «ci consentono oggi di dire che l’economia civile e l’economia circolare, l’economia giusta di cui parla papa Francesco, rispettose dei diritti e della qualità della vita delle persone, si inscrivono dentro i processi contemporanei della sostenibilità e sono profondamente radicate nell’esperienza culturale storica italiana» (Antonio Calabrò).
È sempre, dunque, una questione di Arte e Cultura, a responsabilità (personale) illimitata.