Architetto (di edifici pubblici, di culto e privati) e scultore, Ilario Fioravanti (Cesena, 1922-Savignano sul Rubicone, 2012) fin da ragazzo dedica gran parte del suo tempo libero al disegno e all'incisione. Se gli studi lo vedono diplomarsi in ragioneria nel 1941, la passione lo porta, l'anno seguente, a conseguire come privatista il diploma al Liceo artistico di Bologna. Nel 1945 fonda, insieme a Giovanni Cappelli, la Bottega d'Arte di Cesena. Poi, si iscrive all'università e, nel 1949, si laurea in architettura a Firenze con Giuseppe Giorgio Gori come relatore. Tuttavia la professione di architetto, esercitata fino al 2011, non lo ha mai distolto da una necessità “organica” di testimoniare ogni sua emozione ed esperienza attraverso il disegno e la scultura. Se negli anni Sessanta realizza una serie di ritratti in scultura, nei due decenni successivi si appassiona alle espressioni artistiche arcaiche. Dopo essersi formato sull'arte classica, romana ed etrusca, guarda con molto interesse l'arte egizia, le terrecotte della civiltà mesoamericana, le sculture nuragiche, l'arte africana, ma anche artisti del suo tempo, come Arturo Martini, Marino Marini, Alberto Giacometti, Henry Moore, oltre all'amatissimo Pablo Picasso, visto a Parigi e mai più dimenticato.
Epifania del 1983 ben documenta la cifra arcaica di Fioravanti applicata sul tema della natività che, nell'arco della sua lunga vita, ha saputo reinterpretare con cuore caldo, fra annunciazioni, presepi, angeli, pastori, adorazioni dei re magi, piatti istoriati, ciotole a ingobbio, frammenti di affreschi, disegni e appunti tratti dai suoi diari. «Da quando ho cominciato a lavorare, durante il periodo natalizio, ho iniziato una serie di incisioni, […] un momento di gioia da donare agli altri […] un dono», ha dichiarato l'artista. Epifania presenta quell'essenza genuina di una religiosità popolare, nella cui memoria rivivono i modelli di un Niccolò dell'Arca, di un Guido Mazzoni dove, come ha sottolineato Vittorio Sgarbi, «è il sentimento popolare della religione, nella ruvidezza e nella mutevolezza della materia, nella schiettezza elementare della forma, a emergere come una spontanea preghiera».
Cesare Biasini Selvaggi
Info BCC
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BCC Romagnolo
La storia di BCC Romagnolo inizia nell'Ottocento, quale banca più longeva della regione Emilia-Romagna. Nasce, infatti, il 1° gennaio 2016 dall'unione di due istituti di credito che hanno segnato la storia della Romagna, la Banca di Cesena e la BCC Gatteo, le cui radici risalgono al 1897 come casse rurali e artigiane. Oggi, BCC Romagnolo è la banca dei territori di Cesena, Valle Rubicone, Valle del Savio, fino alla riviera romagnola. L'istituto favorisce uno scambio reciproco con le sue comunità, garantendo la sua capillare presenza nei comuni di Cesena, Cesenatico, Gambettola, Gatteo, San Mauro Pascoli, Longiano, Mercato Saraceno, Bagno di Romagna, Sarsina, fedele ai principi fondanti della cooperazione di credito: autonomia, orientamento al territorio e solidarietà.