Giuseppe Zigaina

Titolo opera
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Braccianti che tornano a casa di notte
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Scheda tecnica
Autore
Giuseppe Zigaina
Titolo opera
Braccianti che tornano a casa di notte
Data di esecuzione
1953
Tecnica e supporto, misure (altezza x base cm)
Carboncino, pastelli e inchiostro su carta applicata su tela, 57.7 x 45 cm
Spazio espositivo
CrediFriuli - Sede - sede legale VIA GIOVANNI PAOLO II, 27 33100 Udine (Udine)
Info
Per tutte le informazioni sulla visitabilità dell'opera:  www.credifriuli.it
Nota critica
Nota storico-critica

Giuseppe Zigaina (Cervignano del Friuli, 1924-Palmanova, 2015) è uno dei più importanti e significativi pittori italiani del Novecento. Le dimensioni multiformi del suo ingegno irrequieto hanno esplorato, nell'immediato dopoguerra, territori militanti attraverso quel solido linguaggio della realtà condiviso con Renato Guttuso, Armando Pizzinato, Corrado Maltese, Mario De Micheli, Raffaele De Grada ed Ernesto Treccani.

I suoi “Braccianti del Cormor”, protagonisti di una lotta epica, “taciturni, ostinati, solenni” (De Micheli, 1970), dai volti cupi e dalle spalle incurvate dal lavoro logorante, lo inseriscono a pieno titolo tra gli artisti del neorealismo, di cui è stato uno dei principali esponenti. Braccianti sul carro, esposto alla Biennale di Venezia del 1952, è un dipinto che strega subito pubblico e critica; tema ripreso anche l'anno successivo in Ritorno dai campi.

Braccianti che tornano a casa di notte del 1953 è un disegno rappresentativo della tarda fase realista di Zigaina, conclusasi a metà degli anni Cinquanta. Protagonisti sono tre braccianti del basso Friuli che, di rientro di notte da una giornata di lavoro nei campi, percorrono in bicicletta una strada sterrata, celebrando un silenzioso rituale quotidiano di fatica. Sulla superficie dell'opera si sono adunate diverse caratteristiche ricorrenti di questa stagione dell'artista friulano: il rigoroso controllo compositivo; la ripetizione di forme arcuate che sembrano generarsi l'una dall'altra, dal semicerchio del cappello alla curva della schiena del lavoratore e a quella della falce; i contatti con il post-cubismo di matrice picassiana e con le atmosfere dolorose dell'espressionismo del gruppo della Brücke (Ernst Ludwig Kirchner, Fritz Bleyl, Erich Heckel e Karl Schmidt Rottluff).

All'epoca della realizzazione di questo disegno Zigaina, non ancora trentenne, è già affermato a livello nazionale: ha esposto tre volte alla Biennale di Venezia e ha collaborato con Pier Paolo Pasolini, del quale è diventato amico nel 1946 in occasione di una mostra di pittura. Pasolini gli dedicherà il poemetto Quadri friulani contenuto nel volume Le ceneri di Gramsci, mentre Zigaina collaborerà in alcuni dei suoi film: nel 1968 in Teorema; nel 1971 in Decameron, dove recita la parte del “frate santo” che confessa Ciappelletto).

Cesare Biasini Selvaggi

Info BCC
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